Firmato a Bruxelles l’accordo di libero scambio tra Europa e Canada.

Firmato a Bruxelles l’accordo di libero scambio tra Europa e Canada. – I rappresentanti del grande Stato nord Americano e dell’Europa, alla presenza del Presidente di turno dell’UE, lo Slovacco Fico, hanno firmato l’accordo di libero scambio tra le due importanti realtà politico economiche.

L’accordo è finalmente arrivato in porto dopo essere stato bloccato dal Parlamento della Vallonia che non vedeva di buon occhio alcuni punti del previsto accordo. Come noto, per firmare l’accordo occorre l’unanimità dei Paesi Europei, ragione per la quale il veto della Vallonia è stata sufficiente a bloccare tutto.

Si è reso necessario l’intervento diretto di Juncker, cosa piuttosto inusuale e poco formale, per sbloccare la decisione della Vallonia.

L’accordo, ora firmato, diverrà operativo anche se in forma temporanea, intorno alla metà di gennaio 2017 ma dovrà essere ratificato da tutti i Parlamenti Europei, cosa più facile a dirsi che a farsi, dato che l’Europa è composta da realtà estremamente eterogenee e spesso difficilmente conciliabili tra loro e in molti casi ciascuno Stato ha più di una Camera parlamentare che deve approvare l’accordo così come formulato: basta pensare che il Belgio conta ben cinque Parlamenti che compongono lo Stato federale.

La procedura di approvazione dell’accordo di libero scambio Europa – Canada, denominato CETA, saranno prevedibilmente lunghi e complicati ma l’esito dovrebbe essere piuttosto scontato.

Il CETA potrà rappresentare un’ottima opportunità per entrambe le entità coinvolte per lo sviluppo dei mercati economico e industriale di Canada e Europa, con beneficio di entrambe le parti e dei rispettivi popoli.

Unica negatività è rappresentata dal fatto che questo accordo di libero scambio potrebbe aprire la porta anche al libero scambio tra Europa e Stati Uniti, già avviato ma bloccato dal diniego di alcuni Stati Europei che per diverse ragioni non vedono bene la sottoscrizione di tale accordo.

Una delle motivazioni principali è la tutela della salute e della specificità e qualità dei prodotti locali. Magari non tutti sanno che in America, meglio, negli Stati Uniti, molti cibi vengono trattati con varie sostanze al fine di adattare meglio il loro aspetto alle aspettative e all’approvazione visiva dei consumatori.

Entrerebbero in Europa, con tale accordo, carni di pesce sbiancato con acqua ossigenata o cozze schiarite con ipoclorito di sodio, senza parlare di prodotti trattati con vari conservanti e coloranti che in Europa non sono ammessi, al contrario degli USA.

Purtroppo con il libero scambio tutto questo non può essere bloccato e si rischia che in tavola o in mano ai nostri figli arrivino non solo cibi di scarsa qualità ma addirittura ritenuti nocivi in Europa.

Se proprio si vorrà addivenire a tale accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, c’è solo da augurarsi che vengano imposte norme restrittive rispetto ai cibi esportabili dagli States verso il vecchio continente.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.